Superare il concetto di museo come luogo di osservazione statica, fine a se stessa, dei tesori artistici, per recuperare, invece, il suo significato di ambiente di studio, ricerca, informazione storica e produzione di cultura, intesa come fantasia e creatività.
martedì 27 febbraio 2007
venerdì 23 febbraio 2007
ancora CASA BUONARROTI
mercoledì 21 febbraio 2007
per chi era venuto a Vincigliata - la rima del fantasma
fu una delle prime visite di Firenzesottosopra in versione domenicale e prima o poi ve la riproporremo...per chi c'era o anche no ecco la storia del fantasma di Vincigliata
Il disperato amore di Bianca Usimbardi
Dentro il castello a Vincigliata
Stava Bianca ben riparata
Con la famiglia e coi fratelli
dominavano luoghi assai belli.
Andando a caccia, facendo banchetti
Passavano giorni proprio perfetti!
Ma d’improvviso venne paura
E tutta la valle si fece oscura
Quei briganti del Menzecca
In flagrante nessuno li becca!
Son terribili furfanti
e di guai ne fanno tanti
A castel di Poggio è il loro covo
Ma il lor capo qui non scovo.....
E un dì Bianca nei boschi passeggia
Non lontano dalla sua reggia
E v’incontra un bel cavaliere
Che le offre pure da bere.
La povera Bianca si è innamorata
E il bell’Alberto l’ha ricambiata.
I due fan tutto in gran segreto:
si incontran di notte nel frutteto,
si trovano in cantina
alle cinque di mattina
ma i fratelli sospettosi
seguon Bianca assai curiosi
e scoperta la sua tresca
poi la usan come esca
ecco pronta l’imboscata
proprio alla chiesa di Vincigliata.
Il povero Alberto cade trafitto
E il cuor di Bianca ormai troppo afflitto
Più non batte e più non duole
Solo lo spirito se si vuole
Per le stanze ancora vaga
E racconta questa saga
Degli amori disperati
Bianca e Alberto sono alleati
Dai cantastorie son ricordati
Dagli amanti spesso invocati
Ora provateci un pò voi a cavar da questa storia
Molto Onore e ancor più gloria!
Il disperato amore di Bianca Usimbardi
Dentro il castello a Vincigliata
Stava Bianca ben riparata
Con la famiglia e coi fratelli
dominavano luoghi assai belli.
Andando a caccia, facendo banchetti
Passavano giorni proprio perfetti!
Ma d’improvviso venne paura
E tutta la valle si fece oscura
Quei briganti del Menzecca
In flagrante nessuno li becca!
Son terribili furfanti
e di guai ne fanno tanti
A castel di Poggio è il loro covo
Ma il lor capo qui non scovo.....
E un dì Bianca nei boschi passeggia
Non lontano dalla sua reggia
E v’incontra un bel cavaliere
Che le offre pure da bere.
La povera Bianca si è innamorata
E il bell’Alberto l’ha ricambiata.
I due fan tutto in gran segreto:
si incontran di notte nel frutteto,
si trovano in cantina
alle cinque di mattina
ma i fratelli sospettosi
seguon Bianca assai curiosi
e scoperta la sua tresca
poi la usan come esca
ecco pronta l’imboscata
proprio alla chiesa di Vincigliata.
Il povero Alberto cade trafitto
E il cuor di Bianca ormai troppo afflitto
Più non batte e più non duole
Solo lo spirito se si vuole
Per le stanze ancora vaga
E racconta questa saga
Degli amori disperati
Bianca e Alberto sono alleati
Dai cantastorie son ricordati
Dagli amanti spesso invocati
Ora provateci un pò voi a cavar da questa storia
Molto Onore e ancor più gloria!
martedì 20 febbraio 2007
La giornata di Lorenzo il Magnifico ...in rime baciate
Il magnifico Lorenzo
non faceva mai una cosa
ne faceva almeno cento:
Si alzava la mattina
E ordinava una statuina
Alle dieci certamente
la politica è avvincente
A mezzogiorno per diletto
Già sei libri aveva letto
Alle tre dal suo villone
Se ne andava col falcone
Alle quattro con Botticelli
Progettavano quadri assai belli
Alle cinque niente tè
Ha da fare con un re
Alle sei è insoddisfatto:
vuole un quadro bell’e fatto
Alle sette ancor non stanco
L’ambasciatore gli sta al fianco
Alle otto è affamato:
un fagiano ha divorato
Alle nove con Ficino
Parlan solo di Plotino.
Alle dieci nel palazzo
C’è una festa: che schiamazzo!
Alle undici è da Giuliano:
Due fratelli si danno una mano
A mezzanotte scrive felice
Un sonetto per Clarice
non faceva mai una cosa
ne faceva almeno cento:
Si alzava la mattina
E ordinava una statuina
Alle dieci certamente
la politica è avvincente
A mezzogiorno per diletto
Già sei libri aveva letto
Alle tre dal suo villone
Se ne andava col falcone
Alle quattro con Botticelli
Progettavano quadri assai belli
Alle cinque niente tè
Ha da fare con un re
Alle sei è insoddisfatto:
vuole un quadro bell’e fatto
Alle sette ancor non stanco
L’ambasciatore gli sta al fianco
Alle otto è affamato:
un fagiano ha divorato
Alle nove con Ficino
Parlan solo di Plotino.
Alle dieci nel palazzo
C’è una festa: che schiamazzo!
Alle undici è da Giuliano:
Due fratelli si danno una mano
A mezzanotte scrive felice
Un sonetto per Clarice
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